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Lezione 2: Mutamenti fonetici

Definizione: Cambiamenti che si realizzano a livello dei suoni di una lingua attraverso il tempo. 

Concetti chiave

  • Consonantismo

  • Palatalizzazione

  • Vocalismo

  • Qualità delle vocali

  • Quantità delle vocali

Unità 1: Consonantismo

La maggior parte delle lingue mondiali ha due tipi principali di suoni: da una parte le vocali e dall’altra parte le consonanti, di cui ci occuperemo in questa unità. Quando parliamo del consonantismo, intendiamo proprio i mutamenti a livello delle consonanti che si realizzano attraverso il tempo. Infatti, nel passaggio dal latino all’italiano, il sistema consonantico ha subito alcuni cambiamenti: il latino non aveva a disposizione alcune consonanti che si ritrovano nel sistema consonantico dell’italiano, tra cui la presenza dei suoni che produciamo sul palato, chiamati anche palatali. Tra le palatali abbiamo i suoni come [​ɲ]​ di “gnocchi”, ​[ÊŽ]​ di “tagliatelle” e le cosiddette affricate [tʃ] e [ʤ] che ritroviamo nelle parole come “ciglia” e “lentiggini”. 

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Il fenomeno della palatalizzazione è quindi fondamentale per il consonantismo italiano e merita di essere spiegato più nel dettaglio. Nel caso della palatalizzazione, infatti, un suono che non è stato pronunciato sul palato in latino subisce dei mutamenti attraverso il tempo che ha come conseguenza la produzione sul palato del suono in italiano. Prendiamo come esempio la parola latina VINEA(M) che veniva pronunciata come vinja. La semiconsonante /j/ che segue la consonante /n/ provoca la palatalizzazione della nasale, ciò spiega la pronuncia vigna in italiano. La stessa cosa succede con la parola latina FILIA(M) che si pronunciava come filja per poi diventare figlia in italiano dovuta alla presenza di /j/ che palatalizza /l/. Confronta anche le parole latine FACIO e IOCARE, che presentano il fenomeno della palatalizzazione: nel primo caso, la /j/ di fakjo provoca di nuovo la pronuncia sul palato di /k/e dà faccio in italiano, mentre nel secondo caso la semiconsonante /j/ che si trova in posizione iniziale si palatalizza e diventa giocare. 

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Leggete ad alta voce queste parole. Poi elencate le parole in cui si trova il fenomeno della palatalizzazione. 

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JAM > già

FABULA > favola

IULIUS > Giulio 

PEIUS > peggio

BASIUM > bacio

AMICUM > amico

FOLIA > foglia

AURUM > oro

 

 

Soluzioni  

Unità 2: Vocalismo

Il vocalismo invece si occupa dei mutamenti che si sono realizzati a livello delle vocali attraverso il tempo. Come nel caso delle consonanti, possiamo anche osservare delle differenze per quanto riguarda il sistema vocalico latino e quello italiano. Infatti, il latino ha le stesse vocali come l’italiano con la differenza che esiste sia una versione lunga sia una versione breve di ogni vocale. La lunghezza delle vocali latine sembra essere irrilevante ma in realtà non è così: la lunghezza rappresenta un tratto distintivo fondamentale. In altre parole, a seconda la lunghezza delle vocali, il significato della parola può cambiare. Prendiamo come esempio le parole latine SÅŒLUM e SÅŽLUM: anche se dal punto di vista estetico non sembra esserci una grande differenza, il significato di queste due parole non potrebbe essere più diverso. Mentre la prima parola rappresenta il nome "suolo" in italiano, nel caso della seconda parola si tratta dell’aggettivo "solo". Per indicare la lunghezza delle vocali in latino si utilizza il cosiddetto micron (riga lunga) per le vocali lunghe mentre il cerchio (tipo un semicerchio) segnala le vocali brevi. L’inventario vocalico della lingua latina è quindi il seguente: Ī  Ä¬  Ä’  Ä”  Ä€  Ä‚  ÅŒ  ÅŽ  Åª  Å¬.

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Cosa succede allora con queste dieci vocali attraverso i secoli? Difatti, in italiano non c'è più la cosiddetta quantità vocalica distintiva (la lunghezza) ma la qualità, in altre parole conta la pronuncia aperta o chiusa delle vocali. Quando il grado dell’apertura della bocca è grande parliamo di una pronuncia aperta. Al contrario, quando la bocca non viene aperta troppo durante la pronuncia di una vocale parliamo di una pronuncia chiusa. Siamo quindi di fronte al passaggio dalla quantità alla qualità, che vale per tutte le lingue romanze, tra cui la lingua italiana: la I lunga passa a "i" mentre la I breve e la E lunga passano a "e" che viene pronunciata in modo chiuso in italiano. La E breve invece diventa ​​ɛ​ che rappresenta la pronuncia aperta della vocale "e". La vocale A, poi, sia lunga che breve, diventa "a" realizzata sempre allo stesso modo. La O breve passa alla vocale ​ɔ​ che viene pronunciata in modo aperto, mentre la O lunga e la U breve si realizzano in modo chiuso o.  Per concludere, la U lunga rimane "u" in italiano. 

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Vediamo tuttavia che la differenza tra una pronuncia aperta e quella chiusa vale solo per le vocali "e" e "o". Questo passaggio dalla quantità alla qualità ci permette quindi di individuare le nuove vocali che sono presenti nella lingua italiana: i, e, ​​ɛ, a, É”, o, u. 

   BENE    > bÉ›ne

OCTO   > É”tto

MURUM  > muro

CRUCEM > croce

NIVEM    > neve

FILUM  > filo

HABILIS   > abile 

VERAM  > vera

PALUM   > palo

SOLUM  > solo

 

 

Soluzioni 

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Riflessione finale

In questa lezione abbiamo quindi visto i mutamenti a livello fonetico nel passaggio dal latino all’italiano: esistono infatti più consonanti in italiano mentre testimoniamo una riduzione per quanto riguarda le vocali. 

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